Astrologia Previsionale - Astrologia oraria, elettiva, classica e Magia Astrologica
I PUNTI DI ARRESTO DELLE STELLE E GLI ORIENTAMENTI ASTRONOMICI DEI MONUMENTI EGIZI
Quando volevano creare allineamenti solari o lunari, gli antichi popoli orientavano i loro monumenti ai Solstizi e ai Lunistizi. In una mia recente pubblicazione dal titolo L’Antico Egitto, Gerusalemme e le stelle. Prove archeoastronomiche di una segreta astronomia sacra ho preso in esame tutti i principali monumenti dell’antico Egitto dimostrando che per gli orientamenti stellari è stata fatta esattamente la stessa cosa, e cioè che il vero (e “segreto”) obiettivo di questi allineamenti era il punto di levata o tramonto di Sirio, delle stelle di Orione e di quelle del Grande Carro quando erano alla loro minima o massima declinazione. Guarda caso, si tratta proprio delle stelle la cui importanza nella teologia egizia è stata ampiamente accertata. Infatti, seguendo la posizione delle stelle all’epoca della costruzione dei monumenti, nessun tempio o piramide risulterebbe allineato alle stelle di Orione, e tra le piramidi nessuna risulta orientata a Sirio. Com’è possibile che le stelle più importanti per la teologia egizia siano state del tutto ignorate negli orientamenti degli edifici sacri? Non era forse il faraone defunto assimilato a Osiride, la cui manifestazione astrale era proprio Orione?
Il fatto è che la situazione si ribalta se, invece di considerare la posizione delle stelle dell’epoca, si risale agli anni in cui Orione e Sirio erano alle loro declinazioni estreme, e quindi al loro punto d arresto. In base a queste posizioni, tutti i templi e le piramidi egizie puntano in qualche modo alle direzioni di levata e tramonto di queste stelle, o anche alla loro altezza di culminazione.
Perfino il famoso “miracolo del Sole” che avviene due giorni all’anno ad Abu Simbel rivela l’occulta presenza di Sirio, in quanto in quei giorni il Sole ha una declinazione uguale all’ultima massima declinazione raggiunta da Sirio, e quindi sorge nello stesso punto dell’orizzonte della “stella di Iside” quando era in questa fase estrema del suo ciclo. Ogni anno il 22 febbraio e il 22 ottobre i raggi del Sole entrano nel santuario del tempio illuminando la statua del Faraone e quelle di altre divinità collocate accanto ad essa.
Nello stesso libro ho dimostrato che la stessa Pennsylvania Avenue – il viale di Washington che collega la Casa Bianca al Campidoglio - è orientata con precisione non alla levata eliaca di Sirio negli anni della sua costruzione, ma a quella corrispondente alla sua ultima massima declinazione, fase che la stella aveva raggiunto l’ultima volta intorno al 600 d.c.
La cosa dimostra che la tradizione di questa segreta Astronomia Sacra era giunta in qualche modo alla Massoneria, visto che la città di Washington e la stessa Pennsylvania Avenue sono state volute, progettate e realizzate da un presidente e da architetti massoni, e che la stessa cerimonia di posa della prima pietra è avvenuta nel corso di un complesso rituale massonico, peraltro pubblico.
Capite bene che questo sistema consente da un lato di cogliere i due momenti di massima forza della stella nell’ambito del suo ciclo precessionale, dall’altro di superare il problema del successivo spostamento dei punti di levata nel corso dei secoli successivi, in quanto i due punti di massimo e di minimo restano legati alla stella per l’intero suo ciclo precessionale, anche quando non corrispondono più ai punti di reale levata e tramonto nel corso dei secoli e millenni successivi. Allo stesso modo, i Solstizi sono sempre legati al Sole e i Lunistizi alla Luna.
Del resto è ormai riconosciuto anche da molti studiosi (anche accademici) che gli Egizi, pur non avendo elaborato una spiegazione matematica della precessione, erano consapevoli dello spostamento delle stelle durante i secoli e millenni. Perché mai dunque per i loro colossali monumenti destinati a sfidare i millenni avrebbero dovuto scegliere un orientamento alla posizione attuale di una stella che ben sapevano destinato a sfasarsi nel giro di un secolo o poco più?
Il presupposto su cui si basano queste tecniche è che le declinazioni estreme raggiunte da ciascuna stella nel corso del suo ciclo precessionale conservano efficacia astrologica fino al raggiungimento del minimo successivo (circa 26.000 anni dopo), e lo stesso vale per la massima. Ne consegue che anche il corrispondente azimut di levata e tramonto resta legato alla stella per lo stesso lunghissimo arco temporale. Esso si chiama “punto di arresto” proprio perché segna il punto di fermata e inversione del cammino della stella nel cielo. La stella lascia la sua “impronta” su quella direzione dello spazio per questo lunghissimo periodo di tempo, con la conseguenza che essa risulterà potentemente influenzata dalla stella stessa.
Il principale problema che si pone è questo: visto che spesso le declinazioni estreme erano state raggiunte dalle stelle molte migliaia di anni prima, come facevano gli Egizi a sapere in quali punti dell’orizzonte esse sorgevano e tramontavano in quelle remote epoche? Forse la risposta sta negli allineamenti astronomici del più antico sito megalitico finora rinvenuto, cioè quello di Nabta Playa, in pieno deserto del Sahara, dove si trovano i resti di un antichissimo sito cerimoniale che risale a molte migliaia di anni prima della civiltà egizia, e le cui origini in realtà si perdono nella notte dei tempi. Questo e altri simili siti dimostrano che gli antichi popoli tramite questi allineamenti di pietre tenevano traccia delle posizioni delle stelle per decine di migliaia di anni. Infatti, il sito di Nabta Playa dimostra che anche alcuni orientamenti che sembrano essere semplicemente solstiziali, in realtà servivano soprattutto per osservare in che modo le stelle nel corso dei millenni cambiavano la loro posizione nei giorni dei Solstizi o degli Equinozi.
Questi allineamenti megalitici spesso erano quindi ben più di semplici “calendari” creati per prevedere il periodo delle piogge monsoniche o, più tardi, a scopi agricoli. Infatti, quale utilità pratica può mai avere un’osservazione così minuziosa, e prolungata per millenni, del moto precessionale delle stelle?
È evidente che queste sono tra le poche tracce che ci sono rimaste della più antica e universale religione del mondo: la religione delle stelle.
Se quegli uomini fossero stati interessati soltanto alla posizione attuale delle stelle, perché mai avrebbero dovuto tener traccia anche della loro posizione in epoche remote? Si noti che a noi sono pervenuti solo una minima parte di quello che a Nabta Playa doveva essere un ben più esteso sistema di allineamenti megalitici.
Il vero scopo di tutto questo non poteva che essere quello di individuare i momenti e i luoghi propizi a certi riti e cerimonie di carattere iniziatico, forse di tipo sciamanico, il cui vero scopo era l’ascensione agli stati superiori dell’essere. Si trattava quindi di una “religione” di carattere magico basata sulle stelle. Nessuno di noi può sapere a quanto tempo fa essa risalga. Quel che sembra chiaro è che in origine queste pratiche erano focalizzate direttamente sugli astri, e che solo successivamente si è passati a personificarli nelle varie divinità e relativi attributi e mitologia, sempre basati sull’osservazione di fenomeni astronomici.
Abbiamo gia’ parlato di Abu Simbel. Vediamo ora qualche altro esempio dell’uso di questa tecnica.
La testa di Osiride e il mistero di Abydos
Abydos, considerato luogo sacro fin dall’antichità, è ancora avvolto da un’aura di mistero. Importante centro del culto di Osiride, è una delle più antiche necropoli dei re delle prime dinastie, che lo preferirono per la loro sepoltura, Abydos, per oltre tremila anni, fu il luogo prescelto per la venerazione del dio. Si riteneva che ad Abydos fosse sepolta la sua testa.
Lo Shunet El Zebib fu costruito come una sorta di recinto funerario, forse un luogo in cui il re defunto veniva adorato. Shunet el Zebit è uno degli esempi di orientamento intercardinale perfetto o quasi perfetto, molto ricorrente nella storia egizia, ma tipico soprattutto di questo primo periodo. I punti intercardinali sono quelli medi tra i quattro punto cardinali, e cioè 45 gradi (punto medio tra 0-Nord e 90-est), 135 (tra 90-est e 180-sud), 225 (tra 180-sud e 270-ovest) e 315 (tra 270-ovest e 360/0 nord).
Le stelle della testa di Orione
L’asse maggiore ha un orientamento di circa 136 gradi. Si tratta dell’azimut di levata delle stelle della testa di Orione quando erano alla minima declinazione. Sono le stelle phi1, phi2 e la lambda (Meissa). Più in generale, in quella direzione sorgevano le stelle della parte superiore di Orione, incluse le due brillanti Bellatrix e Betelgeuse, quando erano alla minima declinazione. In particolare, coincide con la levata eliaca di Bellatrix in quei remoti anni (intorno al 10.500 a.c.).
L’altro asse ha una direzione di 226 (azimut reciproco 46). Quando era alla sua minima declinazione, la stella principale della testa di Orione (la lambda, detta Meissa) tramontava proprio con un azimut tra 225 e 226 gradi. La phi2 Orione tramontava proprio a 226 gradi.
Questo orientamento verso la levata o il tramonto della testa di Orione quando era alla minima declinazione è molto significativo, se consideriamo che per gli Egizi ad Abydos era sepolta proprio la testa di Osiride, la cui immagine astrale era appunto la costellazione di Orione.
Inoltre è interessante notare che questa prima testimonianza dell’architettura funeraria egizia risale proprio agli anni in cui la polare dell’epoca (Thuban del Drago) era alla sua massima declinazione.
Il Ramesseseum
La costruzione iniziò intorno al 1277 a.c. Il tempio funerario di Ramses II ed era chiamato “la casa di milioni di anni di Ramses II”. Esso è collocato a poca distanza dalla moderna città da Lyxor. All’ingresso vi erano due piloni che conducevano al cortile del tempio. Oltre il secondo cortile, al centro del complesso, si trovava una sala sorretta da 48 colonne che circondava il santuario interno. Nel primo cortile inoltre si trovava una gigantesca statua di Ramses II di cui ancora oggi si possono ammirare i resti.
La famosa “stanza astronomica” che si trova nel cuore del Ramesseum è una evidente conferma del fatto che i sacerdoti ad esso preposti praticavano l’astronomia. Tuttavia gli studiosi non sono riusciti a spiegare l’orientamento del tempio, così come quello di vari altri templi dell’epoca ramesside. L’unica eccezione è rappresentata da alcuni templi che sono chiaramente orientati al sorgere del Sole al Solstizio invernale. Ma che dire di tutti gli altri che sono orientati in maniera molto più spostata verso sud del sorgere del Sole al Solstizio invernale?
Uno di questi è lo stesso Ramesseum, il cui asse maggiore ha un azimut di circa 135-136 gradi, quello minore di circa 45 gradi (225 gradi il controazimut).
Si tratta della classica direzione intercardinale che ricorre in Egitto fin dalle prime sepolture di Abydos. Ma noi ormai sappiamo che la vera risposta è da ricercare in quei remoti tempi in cui le stelle di Orione sorgevano e tramontavano in direzione intercardinale durante il loro “primo tempo”. Solo questo può spiegare la ricorrenza di questa direzione in tutta la storia egizia, cosa che già di per sé esclude che obiettivo primario del “puntamento” possa essere stato un fenomeno astronomico presente nei tempi di costruzione dei monumenti, visto che le stelle hanno sensibilmente cambiato il loro azimut di levata e tramonto nel corso della millenaria storia egizia.
I circa 135 gradi dell’asse maggiore corrispondono al sorgere delle stelle della testa di Orione nel loro “primo tempo” (circa 10.700 a.c.), mentre i circa 45 gradi dell’asse minore corrispondono al loro azimut di tramonto, sempre in quell’epoca.
Ma c’è di più. Infatti, grazie alla lunghezza scelta per i due lati dell’edificio rettangolare, accade che le due diagonali puntano verso altre due direzioni importanti. In questo caso si tratta di Sirio. Infatti, una delle due diagonali punta verso la levata di Sirio quando era alla minima declinazione (circa 170 gradi), l’altra verso la sua levata quando era alla massima (circa 103 gradi). E questo rende estremamente improbabile che si tratti di un puro caso…
Anche tutti gli altri templi regali che si trovano nella parte ad ovest di Tebe hanno più o meno questo orientamento intercardinale. Quindi non v’è alcun dubbio che ci fosse una specifica intenzionalità in questa scelta. In tutti questi casi quindi gli edifici traducono in pietra il mito fondamentale dell’antico Egitto, quello di Iside e Osiride. In tal modo abbiamo un simbolico richiamo sia alla morte (Osiride-Orione) che alla resurrezione (Iside-Sirio che ricompone il corpo di Osiride). Nel mito la coppia divina genera il trionfante Horus, con il quale il faraone parimenti si identificava. Quindi questo simbolico accoppiamento tra Iside e Osiride, rappresentato dagli assi e dalle diagonali dell’edificio, generava simbolicamente Horus, il figlio divino destinato a sconfiggere Seth e a trionfare sul mondo dei morti e dei vivi. Horus è l’ordine cosmico che ha la meglio sul caos e trasforma il faraone defunto in una stella “imperitura”, cioè in una divinità.
I monumenti egizi possono essere veramente definiti “stelle di pietra” proprio per questa loro capacità di tradurre in forme architettoniche questi complessi simbolismi stellari che spesso coinvolgevano più di un astro contemporaneamente.
Il tempio di Luxor
Il tempio di Luxor è un grande complesso templare situato sulla riva orientale del Nilo. Esso era dedicato ad Amon. Durante il Nuovo Regno fu il centro di una festa annuale, durante la quale una statua di Amon era trasferita lungo il Nilo dal vicino tempio di Amon. La costruzione del tempio cominciò nel XIV secolo a.c., ma l'espansione maggiore si ebbe con Ramses II, circa cento anni dopo l'inizio dei lavori. L'accesso al tempio avveniva da nord, mediante un viale fiancheggiato da sfingi. Il Santuario di Amon si trova nella parte più profonda del tempio ed era il luogo in cui era custodita la statua del dio. Questa era la destinazione finale della Barca sacra proveniente dal Grande Tempio di Amon e qui la divinità si rigenerava.
I diversi orientamenti degli edifici che formano il complesso sono spiegabili, guarda caso, sempre tramite i punti in cui tramontavano le stelle di Orione quando erano giunte alla minima declinazione. Inoltre, se partiamo dall’ingresso del tempio a nord e procediamo via via verso le parti più interne, notiamo un’incredibile corrispondenza tra l’orientamento di ciascuno di questi edifici e le varie parti del corpo-costellazione di Orione, partendo dalla testa e finendo alla Cintura. Il tutto sempre riferito al periodo in cui erano alla loro minima declinazione. Qui riporto i gradi di azimut:
225 (tramonto effettivo delle stelle della testa di Orione)
222-223 (tramonto effettivo di Bellatrix che rappresenta la spalla destra di Orione)
219-220 (tramonto eliaco di Bellatrix)
214 (tramonto effettivo della Cintura di Orione)
210-211 (tempio di Amon: tramonto eliaco della Cintura di Orione)
Questi fenomeni avvenivano alle spalle del (futuro) tempio, quindi di fronte alle persone che vi entravano venendo da nord, in modo tale che il tempio stesso poteva presentarsi a chi entrava in esso come una sorta di proiezione o manifestazione terrestre dell’immagine astrale di Orione quando tramontava al suo punto di arresto inferiore.
Questa “segreta” presenza di Orione-Osiride nell’orientamento può essere spiegata con il fatto che i riti svolti in esso simboleggiavano una sorta di resurrezione del faraone e del suo Ka.
BIBLIOGRAFIA