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IL MITO DI OSIRIDE IN RELAZIONE ALLE FASI LUNARI

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Un estratto dal mio ultimo saggio "Magia e teurgia astrologica. Culti astrali e pratiche magico-teurgiche", in cui si spiega in che modo gli antichi egizi celebravano le varie fasi del mito di Osiride in concomitanza delle quattro fasi lunari. Come tutti gli altri miei libri, anche questo ha una spiccata impostazione pratica: gli antichi riti sono spiegati e ricostruiti non per mero interesse storico o filologico, ma affinchè possano essere recuperati e celebrati ancora oggi da coloro che intendono seguire la Via della Teurgia. 

Il mito di Osiride in relazione alle fasi lunari
Il più antico sistema di misurazione del tempo nell'antico Egitto era un calendario lunare. Ma esso non iniziava con la vera e propria congiunzione Luna-Sole, bensì con la prima apparizione della Luna dopo il Novilunio. Del resto la stessa espressione Luna Nuova, più che al vero e proprio sinodo dei luminari (durante il quale la Luna è invisibile), fa pensare alla prima apparizione di una sottile falce di Luna che avviene dopo il Novilunio, di sera, subito dopo il tramonto del Sole. L'ultima visibilità della Luna (cioè l'ultima falce di Luna visibile prima del Novilunio) si ha invece di mattina, subito prima del sorgere del Sole.
Di solito il ciclo lunare è associato alla Dea e al principio femminile, ma il suo periodico e regolare ciclo di crescita, culmine, diminuzione e sparizione non poteva non essere collegato anche al mito di Osiride, cioè al Dio che muore e rinasce.
Iniziamo dalla fase calante. La Luna che diminuisce in luce dopo il Plenilunio era associata allo smembramento del corpo di Osiride da parte di Seth, e infatti i quattordici pezzi in cui Seth smembrò il corpo del Dio corrispondono ai quattordici giorni che costituiscono la metà del ciclo lunare, e che quindi separano il Plenilunio dal Novilunio. Esotericamente ciò corrisponde alla caduta nell'illusione della materia e della dualità: dal punto di vista di un Dio che vive nello stato della Coscienza Cosmica, infatti, questa caduta corrisponde a una vera e propria “morte”, così come, in maniera uguale e contraria, per l'uomo che vive identificato con un corpo fisico l'abbandono del veicolo corporeo viene definito “morte”. Nell'ambito di questa fase calante il momento più critico corrisponde senz'altro all'ultima visibilità della Luna: esso può essere (anche dal punto di vista rituale) associato alla vera e propria morte del Dio, cioè alla sua provvisoria “sparizione”.
Nell'antico Egitto si celebravano riti che commemoravano questo smembramento, e il tutto veniva concluso con un periodo di lutto e inattività che veniva fatto coincidere con la fase di invisibilità della Luna.
Per quanto riguarda questa fase di invisibilità (la cosiddetta Luna Nera, che corrisponde alla congiunzione Luna-Sole) essa è stata sempre associata all'unione del Dio (Sole) e della Dea (Luna). Nelle cerimonie egiziane questo sinodo era celebrato come l'unione tra Heru (il giovane Horus) ed Het-Her (Hathor), che era commemorata nel grande festival che si teneva nei templi di Edfu e Dendera, il quale si svolgeva alla Luna Nuova nell'undicesimo mese dell'anno solare. Questo evento è simboleggiato dalla corona della dea, cioè dal disco solare che si trova tra le due corna (falce crescente e decrescente) dell'orbita lunare. Nel mito di Osiride questa fase dev'essere associata alla ricerca di Iside dei quattordici pezzi del cadavere del suo fratello e sposo: dopo averli ritrovati tutti tranne il membro virile e aver riprodotto quest'ultimo, Iside copula con il ricomposto Osiride concependo Horus, il Figlio Divino.
Durante questa fase le cerimonie lunari di solito consistevano in offerte materiali, atti di “nutrimento” che ristorano magicamente i poteri scemanti del Neter fino al suo ritorno.
Sappiamo che la Luce può entrare in noi soltanto quando il maschio e la femmina, l'inconscio e la coscienza, l'interno e l'esterno, l'io e gli altri, e insomma tutti i dualismi sono riconosciuti come parti solo apparentemente separate di un'unica Realtà. Ebbene, la copula del Sole e della Luna rappresenta simbolicamente proprio questa Unione, cioè l'inserimento del seme divino nel grembo del tempo, che giungerà a piena maturazione con la Luna Piena.
La prima apparizione della Luna può essere associata proprio alla nascita del fanciullo Horus, cioè all'emergere di una nuova coscienza divina, o anche ad Osiride che, essendo stato rianimato dalla magia di Iside, inizia a vivere in un'altra dimensione. E' una fase di grande importanza dal punto di vista magico-rituale, come dimostra anche il fatto che nella comune magia “pratica” essa è considerata ottima per i rituali di guarigione.
Il Plenilunio corrisponde alla completa ricomposizione del corpo di Osiride, che diventa di nuovo Dio e Re, cioè alla piena Illuminazione, ad Horus che trionfa dopo la lotta con Seth.
E infine qualche parola sulle eclissi. Nell'antico Egitto esse erano considerate momenti in cui dominava Seth. L'oscuramento della Luna che avviene durante un'eclisse lunare era associata all'uccisione di Osiride da parte di Seth. Si riteneva che un evento così malefico richiedesse la magia più alta per neutralizzare i poteri del Caos rappresentati dal dominio di Seth.
Le eclissi solari erano invece associate a un altro mito, secondo il quale Iside approfittò dell'età avanzata e della debolezza di Ra per somministrargli un veleno. Il suo scopo era quello di spodestare il dio, così che suo figlio Horus potesse prendere il suo posto. E in effetti riuscì ad estorcere a Ra il suo nome segreto in cambio della neutralizzazione del veleno, assicurando così la trasmissione del potere regale a suo figlio Horus. Quindi l'eclisse solare simboleggiava la perdita dei poteri del Dio Sole e la loro ristorazione ad opera della magia di Iside. E infatti durante l'eclisse avveniva nel tempio la recitazione dei 75 nomi divini di Ra.
La tradizione di ciascun tempio egiziano seguiva un ciclo di cerimonie che includeva osservanze quotidiane, riti mensili e festival annuali specificamente riferiti alla cosmogonia del tempio e ai particolari eventi relativi alle vite del Neter che veniva servito. Il principio lunare era onorato tramite l'offerta di beni nel corso del ciclo lunare, nutrimento derivato da animali e da piante. Vi erano anche purificazioni quotidiane, che rappresentano il rinnovamento della forma materiale nei periodi ciclici.

Da quanto abbiamo detto appare chiaro che durante ciascuna fase del ciclo lunare (e in particolare alla prima e ultima apparizione della Luna, al Novilunio e al Plenilunio) possiamo celebrare riti associati ai suddetti significati. Ciò aiuta molto a interiorizzare tutte le fasi del mito, aiutandoci a riconoscere il loro continuo operare all’interno di noi stessi.
Di particolare importanza è la prima apparizione della Luna, in corrispondenza della quale è possibile chiedere all'Osiride rinato e al fanciullo Horus l'apparizione in noi della Luce, di quella coscienza divina che rappresenta il frutto dell'unione del Dio e della Dea che avremo eventualmente celebrato durante la fase di Luna Nera. E' infatti particolarmente consigliabile solennizzare tutte le fasi di un certo ciclo lunare, così da poter seguire ed imprimere nell'inconscio le varie fasi del mito. L'ideale sarebbe scegliere un ciclo durante il quale la Luna non è afflitta da congiunzioni, quadrati o opposizioni applicative a Marte o a Saturno in nessuna delle quattro fasi rilevanti.
Durante l'ultima visibilità della Luna dobbiamo celebrare la cosiddetta “morte di Osiride”, che dal punto di vista esoterico rappresenta in realtà la discesa degli Archetipi nella manifestazione terrestre, la quale proprio per questo rappresenta una “morte” dal punto di vista della Vita Divina. Vivere consapevolmente in sé questo processo significa diventare coscienti dell'atto demiurgico che crea il mondo delle forme materiali. In fondo si tratta dello stesso processo che porta il nostro stesso Essere (cioè il Dio di cui siamo un’espressione) a manifestarsi in un corpo fisico: così facendo, infatti, il Dio si cela a se stesso.

Se dunque l'ultima visibilità della Luna corrisponde a quella fase del processo cosmico in cui il Principio Divino “si nasconde” sotto le forme del mondo materiale e dell'io individuale, la prima visibilità corrisponde all'Osiride risorto, all’Essere che torna consapevole di se stesso, riconoscendo ogni cosa come un riflesso di se stesso. Ma per far questo bisogna passare per la fase di Luna Nera che cancella le vecchie modalità percettive in virtù dell'unione tra le due Metà.
Con il Plenilunio possiamo invece celebrare e invocare la piena Illuminazione, la Luce che deve entrare in noi redimendo ogni aspetto della nostra coscienza e del mondo materiale: la Luna totalmente illuminata dalla luce del Sole rappresenta la Femmina pienamente consapevole di essere nient'altro che la manifestazione delle Idee presenti nella Mente del Maschio. Il Plenilunio si presta molto bene anche alle celebrazioni relative alla ricomposizione dell’Occhio di Horus ad opera di Thot.


Di tutto ciò potrete tener conto nello scegliere i momenti più adatti per i vostri riti. Le invocazioni fatte una tantum, o sporadicamente, hanno infatti effetti decisamente meno incisivi di quelle ripetute seguendo uno schema regolare. E certamente per Osiride le fasi lunari rappresentano un ottimo schema di riferimento, fermo restando che potremo (e dovremo) invocare il Dio anche nei momenti in cui una stella della costellazione di Orione è in uno degli angoli, e la Luna si applica ad essa per congiunzione, sestile o trigono.

 

TRATTO DA "MAGIA E TEURGIA ASTROLOGICA. CULTI ASTRALI E PRATICHE MAGICO-TEURGICHE", che può essere acquistato qui 

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